Lo
stupore degli organizzatori per la partecipazione alla manifestazione ben
riuscita. Lo stupore nella faccia di Stefano Mordini, accolto da un pubblico
festoso, in un teatro, quello degli Animosi di Marradi, saturo in ogni posto in
platea e in ogni ordine di palchi sino al loggione. Stupore negli occhi degli
intervenuti per la visione del film e stupore pure per le parole ascoltate e i
temi toccati. Non è stata una serata vetrina o una passerella: si è parlato di
lavoro, di Marradi, di giovani e di futuro. Sul palco, a fianco del regista
marradese, il candidato sindaco Tommaso Triberti, tra gli organizzatori, che ha
ringraziato il regista per la sua presenza, sottolineando come questo sia solo
uno dei numerosi eventi culturali con cui il giovane candidato ha il coraggio
di affrontare le tematiche attuali e scottanti. Triberti ha sottolineato
l’importanza di personaggi come Mordini in grado di portare con orgoglio il
nome di Marradi in giro per l’Italia e di mantenere vivo il fuoco culturale
tipico del nostro paese. Nelle vesti di conduttore, l’imprenditore Walter
Scarpi, che si è detto soddisfatto delle tematiche affrontate nella discussione
con il regista e della sua simpatia e disponibilità. Una serata che ha visto
protagonisti i giovanissimi ragazzi della seconda classe della scuola
secondaria di primo grado di Marradi, i quali hanno intervistato Mordini in vista del lavoro che svolgeranno e che
sarà pubblicato su “La Nazione - Firenze”
all’interno del progetto, divulgato
dallo stesso giornale, “Cronisti
in Classe”.
L’ispirazione
per la discussione è arrivata dalla frase pronunciata dalla protagonista del film: “Dicono che per noi giovani qui non ci sia
futuro, mi chiedo perché il futuro deve essere sempre altrove, da un’altra
parte!”
Mordini
spiega il significato del proprio lavoro sentendosi amareggiato che, nella società di oggi, si
viva più che una crisi economica una crisi culturale avendo perso i valori
dell’onestà, dei diritti, di un senso di civiltà e di un rispetto verso il
lavoro. Il regista marradese individua un fallimento nel neoliberismo, che ha
tolto il dialogo tra capitale (proprietà), oggi spesso nascosto e non conosciuto,
e la classe operaia. L’assenteismo dello Stato, che induce gli operai, causa la
paura di perdere l’agognato posto di lavoro, addirittura a confutare il proprio
diritto alla vita, un caso su tutti, ad esempio, l’Ilva di Taranto; ecco la
crisi culturale e non economica che stiamo vivendo!
Mordini
invita i giovani a costruire la propria affermazione conseguendo i propri
obbiettivi, che siano all’interno di un piccolo centro come Marradi o al di
fuori, ma è raggiungendo l’obbiettivo che ci si afferma; l’operaio che si
confronta con il proprio lavoro e la propria dimensione di vita ottiene il successo.
Per questo uno può costruirsi il suo futuro anche fuori Marradi, se il mondo
culturale e il mondo imprenditoriale non gli permettono di esprimere le sue
potenzialità su questo territorio. È importante uscire per vedere quello che
c’è fuori, ma è anche bellissimo tornare sapendo ciò che c’è ad aspettarti.
Cercando di raggiungere i propri obbiettivi si cade in pregiudizi, perché si ha
una propria identità, si hanno delle chiusure e delle visioni diverse, portando
questo in una nuova realtà tu sei diverso, ma è facendo accettare queste
diversità che tu fai crescere questa nuova realtà; bisogna avere coraggio di
portare nuove visioni all’interno di nuove realtà, solo così facendo contribuiamo
a far crescere la società.
Buio
in sala e via alla macchina da proiezione con la pellicola da 35mm, per una
sera a Teatro si rivive anche l’emozione del cinema.
L’evento
era organizzato dalla nascente associazione politico-culturale di Marradi “Officine
Marradi”, ed era solo l’inizio. Chapeau!